martedì 23 settembre 2008

La gita della domenica

Qui il tempo si sta rinfrescando di nuovo. Ma domenica era una giornata splendida.
La sera prima sono andata a letto alle 4, dopo un party intenso ma breve (la polizia ha cacciato tutti) e un after-party a casa di Martina a bere birra scaduta accompagnata da orsetti gommosi della Haribo. Tuttavia, questo non mi ha impedito di alzarmi alle 9.30, fare colazione abbondante e inforcare la mia super-bike con un'unica meta:WALDEN POND. Distanza: 25 miles.
La giornata è splendida, e comincio la mia pedalata. Pedalo, pedalo, salita, salita, maledetta washington St, salita, piccola discesa, enorme salita, e arrivo, dopo 45minuti, a Newton Corner dove avrei incontrato le altre compagne di avventura: Martina, di cui non posso parlare che bene perchè ogni tanto legge il blog, e Yuliya, una tipa mezza moldava mezza russa trapiantata a Boston una quattordicina di anni fa. Siamo pronte. Siamo cariche. Partiamo.
Primo minuto: bene.
Secondo minuto: bene.
Terzo minuto: holy crap, Yuliya ha bucato una gomma!
E' domenica, siamo nel mezzo del nulla.
Yuliya dice "I miei non abitano tanto lontano, possiamo camminare fin lì e prendo un'altra bici". OK, diciamo noi, ancora inconsapevoli e fiduciose. "non tanto lontano" era più di un'ora a piedi. Ma è stata un'ora piacevole: abbiamo camminato, e parlato, e camminato, e mangiato mele rubate da una pianta, e riso, e ascoltato i deliri di una Martina in preda ad una cotta adolescenziale. Tutto questo in un paesaggio di casette americane, col giardinetto davanti e il padrone di casa che passa il tagliaerba, con la bandiera, con la verandina e il garage affianco. Tipo la casa dei Simpson. O di Flanders. Ecco.
Quindi finalmente arriviamo, è l'una, ci cibiamo di frutta e brindiamo a succo di mela sul terrazzo, la pigrizia si sta impadronendo di noi.
Ma no! Andiamo!!
E partiamo con le nostre belle bici, finalmente in sella, alla volta di Walden Pond. 25 miles non sono poche ma neanche infattibili. Solo che la strada è tutta su e giù (più su), e, soprattutto, Yuliya si era spacciata come guida, ma la strada non è che proprio la sapesse a menadito. Morale: arriviamo alla meta dopo 2 ore e mezza di scampagnata, con una fame che mi fa avere le visioni e un culo di marmo (che male non fa, devo dire).
Sono le 4. Abbondanti. Però siamo arrivate. E Walden Pond è fighissimo. Un laghetto in mezzo al verde, gente che nuota, barchette, il sole che sta calando ma ancora caldo. Lasciamo la spiaggetta affollata e ci dirigiamo verso un anfratto tra le piante. Yuliya, munita di supercostumino, è pronta a fare il tuffo trionfale. Chiaramente io e Martina, ancora inesperte della metereologia del New England, considerata la giornata precedente in cui faceva un freddo porco, siamo partite munite di 8 felpe a testa e niente costumino. Ma questo laghetto proprio ispira; dopo una lunga pedalata, poi, non ve lo spiego. E quindi? E quindi, via! mutande e reggiseno, e dentro nelle gelide acque! E' una delle immagini che mi rimarrà impressa di Boston, quella di noi tre nel mezzo del Pond, a ridere e godercela e ammirare la natura intorno. Era bellissimo. Queste due galline mi hanno fatto passare una giornata stupenda.

Chiaramente, per il ritorno le nostre belle bici sono state caricate a forza sul treno che in 40 minuti netti ci ha rispedito nella civiltà. Hip-hip-hurrà per la Commuter Rail!!

lunedì 8 settembre 2008

Back to School

L’inizio di settembre qui significa una cosa sola: Back To School.
Eh sì, perché Boston, che si era un po’ svuotata nel periodo estivo, viene brutalmente saccheggiata in questi giorni da un’orda di barbari: gli studenti del primo anno di College.
I giornali pubblicano inserti con i consigli su come cavarsela in città (tipo, “How to survive to Boston sport fans” o “”What to do after 2 am”, quest’ultima un po’ arrangiata su perché qui non c’è NULLA da fare dopo le 2). I negozi di abbigliamento propongono lo stile “back to school” da studentessa maiala. Staples, il negozio di cartoleria per eccellenza, fa orari straordinari e sforna cancelleria a valanga. Ma soprattutto i negozi di casalinghi…. Tutti devono cercare casa, tutti traslocano, tutti si muovono, non si trovano i furgoni da noleggiare! Sembra che il 31 agosto facciano partire la musica, e parta un gioco tipo quello delle sedie: la gente esce dalle proprie case, fa su gli scatoloni, e corre in giro istericamente per Boston a cercare casa; il 7 settembre, a mezzanotte, la musica finisce: chi ha casa bene, chi no, fuori, a dormire nel furgone.
Chiaramente anche Christina, la mia nuova coinquilina, è arrivata puntuale il primo settembre. E chiaramente siamo andate all’Ikea, vi lascio solo intuire che macello c’era.
Christina è una cantante lirica. Mezzo-soprano. Sembrava molto quieta i primi giorni, ora si sta smollando un po’, ci sta dentro. E sabato sera mi invita alla festa di una sua amica, è chiaro che si va e mi trascino Martina e Franz. La festa era carina, popolata totalmente da ex compagni canterini del Conservatorio. Fatto sta che a mezzanotte scatta il compleanno di una loro amica; un gruppetto di 8-10 persone corre in camera, e una ragazza ci dice: “andate a vedere, non perdetevi la scena, è monumentale”. Io e Martina ci affacciamo alla porta, e vediamo che stanno chiamando questa tal persona, tutti in gruppo. Mah. Non risponde. Segreteria. Lasciare un messaggio dopo il bip…biiiiip… e parte un “tanti auguri” che non ve lo so spiegare: 3 o 4 donne soprano, una paio di mezzo-soprano e una manciata scarsa di tenori che cantano happy birthday to you a cappella, con toni diversi e chiaramente acuto mortale finale. Franz corre dalla sala allibito. Martina si prenota per il suo compleanno. Merda! Il mio è appena passato! Veramente, troppo fighi. Raccontano che per tradizione il “tanti auguri” viene intonato al ristorante, con applausone finale, cuochi che escono dalla cucina e qualche bicchiere di cristallo che non regge.

Bene, vi lascio con questo video, che è assolutamente in tema e mi inebria di ricordi infantili
http://www.youtube.com/watch?v=ny23ot5PB4g

lunedì 1 settembre 2008

Cena col botto

Cosa succede se tre ragazze si mettono in testa di aprire una bottiglia di vino senza cavatappi?

Semplice, si va su Google e si cercano i metodi più alternativi! Quello più fantasioso era "aprire una bottiglia di vino con la pressione" chiaramente la pressione è quella che si genera tirando delle secche paurose col fondo della bottiglia sul muro, foderato di un bel giornalone, meglio se di futilità come ForMen o ImproperBostonian.

L'inizio di Martina è un po' titubante, poi Erin ci dà dentro come una vera donna di classe. Adoro queste due matte.
Beccatevi i tre video che seguono e girateli agli amici.

No corkscrew? Part one - mild approach

No corkscrew? Part two - Gaining confidence

No corkscrew? Part three - cheers!

venerdì 29 agosto 2008

Sonnacchioso fine Agosto, dove sei?

Eccomi di nuovo a casa....
Beh, "casa" è una parola grossa. E' strano tornare da un viaggione come questo in India, e non trovarmi nella mia vera casa, con la famiglia che mi chiede com'è andata, con i g3 con le amiche, con quella strana aria statica di fine Agosto in Italia, dove tutti stanno tornando dalle vacanze e non si parla d'altro, tutto è lento e sonnacchioso e i ritmi ripartono poco a poco. Qui è diverso, Agosto è un mese come un altro, tutto procede regolarmente.
Il viaggio è andato benone, a parte qualche casino coi biglietti aerei e qualche simpatico batterio intestinale che si è affezionato e tutt'ora non vuole decidersi a prendere la sua strada. Appena sistemo un po' di foto, le butto sul blog.
Copio e incollo quello che ho scritto in una mail:
"Sono a Varanasi, la citta' santa dell'India, fate conto una Lourdes degli induisti. E' impossibile spiegare come ci si sente qui, le foto sono solo uno dei cinque sensi: devi aggiungerci l'olfatto, con gli odori che si mescolano, di mucche e di ciò che ne deriva, di corpi bruciati, di curry; devi aggiungerci l'udito, con il continuo suonare di clacson e campanelli, con il rumore dei motorini, con le voci degli indiani che ti chiedono continuamente whreareyoufromwhereyougoingneedagiudehundredrupees; devi aggiungerci il tatto, con l'umido che ti si appiccica, con lo sporco che ti si insinua dovunque; devi aggiungerci il sapore dell'acqua al cloro, delle spezie".
E il Nepal, che bello il Nepal, che onesti i Nepalini, sembra un paradiso quando ci arrivi dopo 2 settimane di India.
E' stata una bella vacanza.
Però ora non riesco a scrivere tanto perchè, saranno i batteri intestinali, saranno le 11 ore e mezza di fusorario, ma non è che stia in grandissima forma.